L'azienda è nata pochi anni fa sotto una duplice spinta: la passione per la campagna (intesa come lavoro agricolo) e l'incertezza di cui si caratterizza oggi l'offerta del mondo del lavoro. Siamo partiti mettendoci alla prova con pochi alveari e qualche capra e, attualmente, l'azienda è ancora in "costruzione", ma inizia a prendere forma.

Oggi abbiamo circa settanta alveari e poco più di trenta capre, un laboratorio di smielatura e un altro per la caseificazione.

L'azienda è a conduzione familiare, produciamo principalmente miele di acacia, castagno, tarassaco e ciliegio, millefiori e polline e formaggio di capra. Pratichiamo un tipo di apicoltura detta nomade perchè spostiamo gli alveari da un apiario all'altro, ma siamo sempre in zona (entro un raggio di circa 30 km dalla sede aziendale) andando da Borgiallo a Rivarossa, Oglianico, Colleretto, Castelnuovo Nigra, Alpette.

Non facciamo apicoltura biologica perché il costo dello sciroppo certificato e ammesso in biologico per la nutrizione invernale è elevato ed il consumatore non è pronto a prezzi più alti dell'attuale su questo tipo di prodotto, alimentiamo al soccorso preferibilmente con sciroppo prodotto sciogliendo lo zucchero comune in acqua. Per quanto riguarda invece la gestione della varroa utilizziamo esclusivamente acido ossalico e/o acido formico, perchè non residuano nella cera e sono peraltro ammessi nel metodo biologico.Il polline viene raccolto sulla fioritura del castagno, nell'apiario di Borgiallo che è il più vicino a casa visto che bisogna raccoglierlo quotidianamente. Lo facciamo poi disidratare a freddo da una ditta specializzata del cuneese.

Poi c'è la stalla: una trentina di capre che teniamo a stabulazione libera (vengono legate solo durante i pasti) e che pascolano mediamente tre ore al giorno in inverno e cinque in estate sui terreni di proprietà, ma anche quelli concessi in uso dall'Associazione Fondiaria di Borgiallo.

Anche l'allevamento caprino non è biologico, in questo caso per mancanza di una filiera sul territorio. Produciamo circa metà del fieno necessario, l'altra metà la acquistiamo, così come il mangime, che diamo come integrazione sul pasto e che abbiamo trovato OGM free, ma non bio. Lavoriamo il latte crudo, senza pastorizzazione, con produzione di formaggi freschi tipo tomino e robiole.Metto l'accento sul discorso del biologico perché in realtà ci piacerebbe arrivarci, ma per ora ci sono dei punti critici che non siamo riusciti a superare. Vedremo in futuro...siamo ancora in "costruzione".